un amore confortevole

7 Ottobre 2016 Lascia il tuo commento

Confortevole amore, cui tutto è facile, mentre, sotto la nuvola, raccolgo, una ad una, ogni goccia. Confortevole, insieme a te, l’intimità. Perché, tu, fai apparire naturale ogni violenta passione.

Gli ex-voto delle richieste di desiderio, le reliquie, i cuori sanguinanti che ti portavano: ordinatamente hai disposto quelle cose, rosse e nere e violacee, alla parete. “Non si sa mai” mormoravi.

Un testimone affidabile che non rinnega e ricorda è il tuo confortevole amore.

Mettesti su casa di linee pulite e piani levigati, alle frontiere del sole. Da lassù mi raggiungesti con le mani scottanti.

Io, come tutti, ero cresciuto sotto l’azione di ideologie corali. Ero solitario nel deserto del pensiero sinfonico e disabituato alla facilità.

Questa disabitudine è perché ero ‘esule’, come ogni altro, dopo gli abbandoni subìti, e l’esilio è difficile.

Tu capisti. Ascoltavi con me il mormorio del pianto collettivo, e vedevi che ognuno era sorridente e con tempestività, senza rassegnazione, la tua intelligenza non esitò e rimase accanto a guardare ostinata.

Tu potevi concepire che la tragedia non sta sempre nella conclusione. E tutto potrebbe finire assai bene ma, in ogni caso, il tempo necessario alla supremazia di questo ‘bene’, non si piegherà. E si dovrà aspettare.

Confortevole fu la nostra comune chiarezza: che amore è attendere insieme.


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