tempo, resistenza, passione
E così sono rimasto giorni interi a guardare il muro di libri i libri disegnati le pareti che aspettano come femmine ardenti.
In calore.
Che non si dovrebbe dire.
Ma uno che aspetta qualcosa da tanto, qualcosa che deve arrivare…. è un po’ in calore.
Come si deve dire?
in quale altro modo?
È in calore solo che non è un calore animale.
Cioè non sono gli ormoni che muovono il pensiero, è il pensiero che muove gli ormoni.
Questo è l’uomo.
Gli ormoni che muovono il pensiero è l’animale.
L’animale in calore subisce la spinta degli ormoni.
L’essere umano in calore attiva la produzione degli ormoni della vitalità e della costante attesa.
Così gli ormoni dell’attesa che ero in calore hanno prodotto il mutismo e l’immobilita che sono azioni di pensiero.
Sono atti del pensiero.
Sono prassi.
Un essere umano resiste generando il silenzio e l’immobilità.
Un essere umano in calore è, in verità, un uomo in rivolta.
Così resiste.
Resiste proponendo il mutismo e lo sguardo quieto lungo le pareti, e l’immobilita, somigliante alla catatonia del pazzo, ma opposta.
Fermo nella stanza come un pazzo senza esser pazzo.
Somigliante ma opposto.
In silenzio.
In silenzio è una locuzione che potrei dire corrisponde o addirittura esprime una forma di pensiero.
Esprime l’iniziativa costante di tacere.
Il tacere è pensiero che immediatamente si traduce in comportamento verbale.
Cioè…. ci siamo intesi…
Per non dubitare che fosse una precisa volontà … giorni interi sono stato a fare niente.
In silenzio a guardare i muri la libreria i pannelli di tela che separano l’incavo ad arco le due finestre piccole i libri in file sovrapposte i divani…
Giorni in calore, in rivolta, in attesa.
Quando poi ne ho accennato ieri (mercoledì) ad altri coi quali mi ritrovo settimanalmente…
…..mi hanno fatto notare che è tipico degli innamorati delusi e offesi e diffidenti feriti scorticati vivi restare immobili nel silenzio nel buio a guardare i muri.
Io insomma dico in calore, ma vedo che qualcun altro coglie la tristezza, il dolore, la diffidenza, la scorticatura, l’offesa, ma poi, in fondo, la passione d’amore.
Dico che hanno colto il titolo per oggi: tempo, resistenza, passione.
Io dico in calore.
Loro dicono: in amore.
Perché, come detto, gli ormoni dell’attesa che ero in calore hanno prodotto il mutismo e l’immobilita che sono azioni di pensiero.
Come fossi un regista che vuol girare una scena di uno che muore di passione e fa questa stanza che lui è fermo e muto e muove esasperatamente piano lo sguardo…
È pazzo? sussulta lo spettatore.
È uno scorticato vivo mentre veniva lasciato dalla sua bella… in un lungo mentre che durerà per anni?
È uno pieno di passione che realizza appieno il suo tempo? che resiste? (quello che io dico in calore…)
È uno in attesa che sa patire il tempo…?
È immobile forse perché i suoi pensieri sono così densi e pastosi pieni di sostanza che si possono tradurre solo in gesti accurati: tanto accurati da somigliare ad una immobilità.
Ma sono solo movimenti insensibili ad uno sguardo frettoloso.
Gente così bisogna saperla comprendere: amare, credo.
Insomma si vede questo ‘me’ là fermo imbambolato silenzioso solitario privo di evidenti bisogni e certo impenetrabile in quanto alle motivazioni….
Poi un equilibrio si è alterato perché mi sono venuti in aiuto e forse perché dopo tutti questi anni -anche se io non ho mai cercato l’aiuto e la collaborazione di nessuno in tutti questi quaranta anni – a qualcuno deve essere venuto in mente che avevo bisogno di aiuto..
Così mi hanno aiutato forse senza saperlo.
Lo so che è un pensiero poco normale dire che mi sono venuti in aiuto.
Come possono essere venuti in aiuto a uno che non poteva restare loro in mente perché non ha mai cercato la collaborazione e l’aiuto…
Comunque il pensiero un po’ paranoico è stato: devono aver saputo che ero fermo a pensare e muto ad ascoltare.
Deve essere stato questo.
Un sogno, forse.
Un guizzo celestiale del mio giacchetto per i giorni di vento freddo autunnale deve aver offeso i loro sguardi distratti una mattina che passavo rapido nell’angolo esterno del loro sguardo.
Uno può cercare in ogni modo l’anonimato ma resta nella visione periferica degli altri.
Prima o poi te li trovi accanto.
Non sai se ti cercavano.
O forse tu, inconsciamente dicono, li avevi cercati.
Sia come sia occasionalmente succede. Tra esseri umani. Non sono ormoni che fanno scattare la ricerca.
Sono attese, silenzi, immobilità dentro una stanza che scatenano l’ormone della speranza che si genera per il metabolismo dell’ormone della passione e della rivolta silenziosa solitaria e sconosciuta.
Non è un aiuto che viene da una normale amicizia o da una normale confidenza.
Io non ho amici.
Ho solo nemici e amori.
Lascio perdere una definizione ma chiunque fosse e da qualsiasi fine animato ( ancora il pensieri paranoici…) sapevo che aveva intuito qualcosa di quel restare fermi e silenzioso.
La body art. Marina Abramovich nuda in un museo a rischiare una freccia fatale affidata alla resistenza dell’uomo che ama.
Forse non è solo un aiuto allora ho pensato. Forse è una offerta di una relazione diversa.
Non sono legami di amicizia. Non è inimicizia. Di certo sono più amori che inimicizie.
Spero che siano amori.
Ho smesso di pensare dopo un bel po’ di tempo.
La parola tempo si è svegliata e ha richiamato alla coscienza le altre compagne del sogno: resistenza e passione.
Sguardi obliqui, visioni periferiche non del tutto trascurabili avevano messo insieme il titolo di oggi.
Resistenza come opposizione e rivolta. Silenzio. Immobilità. Passione dell’attesa.
Il pensiero composto nella fermezza di quaranta anni di lavoro senza chiedere mai aiuto consiglio o collaborazioni diventa calore che genera ormoni specifici del soggetto.
Poi oggi qui è una certezza.
Non è stato un esperimento.
Non il numero zero di una proposta.
Tornerò nella stanza in silenzio e nella quasi immobilità.
Già, a pensarci: è il mio lavoro. Aspettare in silenzio.
Pero nell’immobilità il pensiero ha generato gli ormoni dell’attesa.
Anche se poi dicono che è amore. Io dico che è interesse per gli esseri umani.
Ma francamente deve esserci una parola meno melensa più forte più vera ..
Così tutto si è risolto nella crisi del l’immobilita e del silenzio. Nella scena di un film di passione che piena la coreografia di una stanza di immobilità e mutismo.
Cui tornerò e saranno altri anni di pazienza…
Intanto citerò un testo che sarebbe, che è, a dire il vero, l’oggetto dell’aiuto che ho ricevuto.
Io non sapevo che dire; con quali cose resisto da anni?
Non volevo citare niente di tutta la bellezza che ho incontrato.
Volevo dire che c’è altro ancora.
Che i frutti oggetto del desiderio stanno nell’inatteso.
Che ogni parola dello psichiatra dovrebbe riflettere un suo amore ulteriormente possibile.
Sfidare l’invidia.
Porsi senza riserve con l’altro.
Tutto si è chiarito quando ho trovato questa locuzione.
Porsi senza riserve. Realizzarsi senza riserve.
Passare dalla speranza alla certezza con le proprie forze. Non cercare consolazioni.
Realizzarsi senza riserve. Lo ripeto ancora. Per sicurezza. Per la memoria di fissazione.
Allora non sarà mai più come prima.
Mai più come prima sta scritto in questo testo di una canzone che mi hanno suggerito.
L’unica cosa che vale la pena di tutti questi anni di lavoro sta di nuovo fuori di me. In un testo che non conoscevo.
Stava in qualcuno che mi ha fatto un regalo. Che mi ha portato nel suo mondo.
Auguro a tutti di incorrere in tali avventure.
Non fosse altro che magari arriveranno altri anni di silenzio resistenza rivolta passione mutismo …. e tutto questo potrebbe essere utile…
“Irata”(Consorzio Suonatori Indipendenti)
“Incombere umorale degli affetti del sangue
Incombere umorale delle idee delle istanze
Insolente promessa sciocca vacua solenne
Di bastare a sé…
Non tornerò mai dov’ero già
Non tornerò mai a prima, mai
Non tornerò mai a prima, mai
Non tornerò mai dov’ero già
Incombere umorale delle idee delle istanze
Incombere umorale degli affetti del sangue
Potessi dirti quello che nemmeno posso scriverti
Esiterei nel farlo…
Oggi è domenica, domani si muore
Oggi mi vesto di seta e candore
Oggi è domenica, domani si muore
Oggi mi vesto di rosso e d’amore
Non tornerò mai dov’ero già
Non tornerò mai a prima, mai
Non tornerò mai a prima, mai
Non tornerò mai dov’ero già
Oggi è domenica, domani si muore
Oggi mi vesto di seta e candore
Oggi è domenica, domani si muore
Oggi mi vesto di rosso e d’amore
Ad onta di ogni strenua decisione o voto contrario
Mi trovo imbarazzato sorpreso ferito
Per un’irata sensazione di peggioramento
Per un’irata sensazione di peggioramento
Di cui non so parlare né so fare domande
Di cui non so parlare né so fare domande”
Grosseto 25 aprile 2019.
1 commento
Qui si dice di farsi soggetti politici. Il termine non gode di buona fama, si sa, ma non riesco a trovare altra parola per meglio definire la necessità dell’impegno altrettanto necessario che ci vuole per raccontare… ‘la fine delle conquiste, il crollo dell’impero, la morte della paura, la sostenibilità di un amore, la realizzazione di un lavoro, l’insistenza di una ricerca, e la spavalderia della speranza in ciò che non sappiamo ancora’.