sacro e profano
Le spalle al marmo della chiesa. Aspetta appassionata. Incarnazione di una preghiera. Nei secoli dei secoli.
Essere raggiunta è l’unico esito immaginabile. Per salire leggera. Purificata dal lungo digiuno. Incendiaria.
L’aria d’acciaio si curva, all’attesa, in un’esca d’amore. La fiamma di uno spirito eccitato arrossa la calce del muro.
Per l’amor di Dio! si vede la chiesa piegarsi sull’anima ardente. Il marmo che si fa polvere. E lei che resta ferma e aspetta.
Un muro di preghiere che protegge la brace del corpo è come tempo che protegge le attese.
Sia dunque fatta la sua volontà. Ché anche noi tutti da tanto aspettiamo. E non possiamo far altro.
Vogliamo un destino verticale. Essere presi e diventare leggeri, incorruttibili, incendiari.
Non un dopo e un meglio aspettiamo. Soltanto, aspettiamo, che il marmo si pieghi protettivo.
Come una ‘volontà’ che riesca, per una volta, a perdonare la nostra infinita attesa.
Felice anno. Così sia.