lo zero nella carne non ha luogo

la spiaggia è una strada bianca mai polverosa che viverci non sarà mica far capolino mica uno scherzo non si scherza con quei milioni di granelli puliti che sono la pesata finale la tara tra il ricavo e le spese

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la spiaggia dove tocca il mare allarga e restringe e io ci cammino e dico a voce alta a nessuno ‘misura il guadagno, ‘vedi’, dice ‘s’è fatto bene o comunque un po’ meno che male..’ ridendo perché non sono uno sbruffone

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la spiaggia! dio mio non poteva che essere qui che mi sarei ritrovato e a te anche t’avrei avuta finalmente mia in testa… ‘mia’ dico non con la pretesa di tenerti per sempre nel corpo ma avendo trovato, nella distesa dei granelli bianchi puliti, il numero esatto di un denominatore

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quante mai possibilità c’erano di non dover rinunciare a te così unica se nel mondo era pieno di bei ragazzi tanti quanti i grani di sabbia della costa… una su… beh appunto vedi quasi impossibile

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e invece ora ci cammino sopra al terrore trascorso della certezza che mai, dico mai, avrebbe potuto essere questo di oggi

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vivere senza il pensiero del resto della vita senza te

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perché sulle strade della civiltà asfaltata quasi tutti camminano sulla stabilità di un bilancio in equilibrio vivendo a pigione come si dice e l’affitto è ‘la perderai sicché goditela adesso’

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e io invece affondo i piedi nella sabbia intuendo dalla consistenza maggiore o minore secondo che sia asciutta o gonfia di quest’acqua salata quel che mi spetta di te e da sotto le piante dei piedi un arco elettrico alla testa figura il numero della passione la tensione di legame

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in questo campo siamo stati capaci di tenere il conto della intensità d’amore sulle dita delle nostre mani

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prima di scendere a zero nascono intrecci e carezze

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lo zero nella carne non ha luogo