contro l’ineleganza
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”occasioni di ripensamento”
(Polaroid)
Inaspettatamente divenne indispensabile dotarmi di una giacca per un’occasione la cui natura è a tutt’oggi motivo di dubbi.
C’è una statua dove mi prendi le misure necessarie, navighi il mio scheletro sotto la pelle, calando lievi le tue braccia attorno a me dal cielo lucido e vuoto.
Il gruppo marmoreo esprime i modi di un tuo già subito allora amorevole interesse nei miei confronti. Nient’altro. La statua è scarna di altre specificazioni.
Si nota l’ombra d’un’intesa su come solo a noi due paresse ineludibile l’ineludibile.
Inconsapevolmente concordavamo sulla assoluta necessità che io dovessi abbandonare la mia sgraziata diffidenza contro te.
E se ora dico che ricucisti insieme scheletro e anima esprimo la mia riconoscenza per avermi reso appena un po’ più umano.
“Ti serve una bella giacca elegante amore mio!” fu l’esordio.
L’immediata concordanza sull’inderogabilità di evenienze di tal fatta è poi rimasto elemento di plausibilità e stabilità di questo legame.
O, in ogni caso, senza farne una regola: noi non conoscemmo malìe più efficaci a tenerci vicini.
Poi sapemmo di altri e del loro preventivo di-sperare affidati al destino in pose ineleganti.
1 commento
Profumo di macadamia e cannella sul risvolto alto della camicia.
Lino bianco latte. Trama leggera. Intersezione di fili. Pensieri.
Redistribuzione di poteri. Senza mediazioni si disinnescano le élite.
Dettagli. Singolarità curiose. Chissenefrega.
Roba per ricchi. Giochini per fighetti.
FiliLinoPensieri.
Le mani impastano farina uova e zucchero.
Non mi piacciono i dolci. Non li faccio per me. Per chi amo. Le mani. Vanno vanno in contorsioni.
Qual’è il confine tra le parole che sai e l’infinito di quelle che non sai?