controspecie
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”l’esperienze perinatale”
(Polaroid)
La biologia cerebrale umana ha maturato vaghe potenzialità peculiari riassumibili in aspettative di relazione e tempo.
Confusi ci svegliamo con le idee arruffate d’un progetto futurista di generazioni e coabitazioni.
Perché la specie umana è ancora il sogno d’un’esperienza perinatale e l’infanzia un cosmodromo nel cratere lunare inondato dall’incendio dei fuochi di lancio.
Ed è per l’esperienza di un eccesso originario che la vita è il disastro che è. Letteralmente: una ricaduta di stelle.
Perché ci proponiamo a ogni scelta mille biografie possibili tutte simultaneamente intuite e poi immediatamente esplose in polvere di desideri e terrori.
E così, ogni volta che si va, siamo ciò che resta di noi. Meteoriti di esistenze angeliche preistoriche strappate via da urti interplanetari. Avamposti.
Il nostro cranio lucido e bagnato scivola al mondo in modo che -puoi credermi- la nascita è il varo d’una chiglia ben disegnata e poi noi però pericolosamente siamo navi capovolte.
Siamo insomma una controspecie.
La nostra biologia, per regalo, s’è evoluta fino alla propria lussusa estremità e qua dov’è attualmente sa trascurare i pericoli del caso e le necessità della morte quando si tratta di trovare i toni di un invito amoroso.
E adesso posso immaginare lei che chiama lui a sederle accanto per mordere ridendo il pane rimasto e bere ridendo l’acqua dell’ultima pozza potabile scampata alle bombe.
E posso scagliarli insieme nel vertice caramellato della notte e poi fare di lei una donna geniale e beffarda e farle sputare parole dolci e arroganti.
E posso pretendere che tu capisca che lui non può che avere figura di un masso sghembo nero: muto all’ascolto e rovente abbastanza da scaldare l’aria intorno.
E così lei dice a lui:
“I nostri giorni da oggi amore mio procederanno come un esercito agguerrito e benevolo sul fronte siderale del futuro che non fa più paura..”
Ed è la conclusione e noi ora svoltiamo via.
E tu amore. Puoi capire che la biologia cerebrale umana si è evoluta fino al punto che l’elettricità corticale del pensiero è diventata linguaggio e dopo ha generato la calligrafia? Che la materia è diventata in noi un organismo buono?
(Il pensiero di te è quando storia e memoria della specie irrompono sulla scena e io smetto di parlare di compiere ogni altra azione e mi siedo alla scrivania e prendo il foglio bianco e la stilografica dai loro cassetti e, partendo dall’angolo in alto a sinistra, inizio a disegnare segmentì irregolari sulla carta per scrivere il tuo nome: componendo parole che non lo contengono.)
1 commento
Era tutto vero, anche quel che pareva incredibile, un’esagerazione.
Rinunciare a tutta la libertà per l’amore che è stato trovato
e quel che ora non si comprende è come si possa lasciarne uno una volta che lo si sia trovato.
Per anni è stato sentirsi raccontare della pioggia di lampi di luce
per tutto il tempo che serviva e che oggi è ancora quella prima volta
E ora i pensieri sembrano andare alla velocità della luce
‘quando cammino, corro’
ed esattamente così si va al mondo dell’altro, come convergendo nell’orizzonte degli eventi di un buco nero.