(*) ce ne sono più che non si sospetti e struggenti sono gli sguardi dei più e struggenti le loro giornate e, in conclusione, per infezione di vicinanza, il ‘vivere’ di ciascuno.

(*)

(*)… ed è arrivato il suono dell’aria spinta verso di me dalla tua venuta

(*) chi è labile può permettersi esclusivamente ‘passioni’

(*) quando errare -senza che lo volessi- mi induceva in errore.

(*) per capirci, definirei questo ‘angelo’ il diabolico super-io di solo pochi mesi fa.

(*) C>F dove C è il compito e F la furiosa fierezza dei giorni** (**) sono giorni esclusivamente tuoi e miei

(*)almeno per oggi.

(*) (… la luce delle stelle traversa il tempo e si mostra ogni attimo identica a sé).

(… qui il bianco è perché ho lavato serpentelli di sangue vivo …)

(*)…di cui noi siamo gocce a precipizio lungo i fianchi scoscesi del tempo che si genera obbediente mentre siamo insieme…

(*)…inaccessibile!

(*)libera riduzione teatrale de “Il Flauto Magico”

(per diventare amore….)

…non ti prometto che scontrosità.

(*)ne ha troppi, in verità.

(…aveva sognato questo tuffo con uno che la teneva per mano e l’interprete aveva detto è l’innamoramento, o qualcosa di simile..)

e non si è potuta inventare una contraffazione efficace per nostra fortuna

Non scrivo niente. Ritorno in forma di segni linguistici. Non ti prometto che scontrosità. Fare è deludere ogni promessa. Fare è per mute intelligenze. Devi esserci. 

https://youtu.be/Dk5Li4eoH3A

Dico che non ho niente da dire. Ridicolo inevitabile naufragare sul bianco che lascio nella pagina. Vivo tutto questo con tenerezza inquieta su un modo nuovo e ignoto di pensare. Il tacere dopo tutto quanto ho scritto è la presa d’atto dell’esistenza di una terra sempre cercata. Che si estende di fronte a me solo… Mostra articolo

Sprecare parole di allegria. Per il diritto di certi favorevoli errori che ci deliziano. Sprecare con passione fiumi di bevande di uva dissipata in vino che si versano a terra. Sprecare i silenzi di chi si guarda, e sa, e sia nel bar che nella stanza ricavata dalla chioma di un grande albero, non si… Mostra articolo

Il ferro dell’identità. La ceramica della forza d’animo. E la tela dipinta che resta ancora da esporre. Questo ricordo di oggi. Che l’intelaiatura mostrava in trasparenza la forma esatta della  maturazione evidente dell’opera nell’accentuazione del rosso-bruno del ferro. Che la scultura di ceramica lucida nera chiamava le carezze: faceva scivolare gli sguardi nelle convessità e… Mostra articolo

Vedi tutto dice una voce del menu sulla pagina aperto. Tutto! Eh… si potesse! Dovremo rifarci da capo mi diceva con la mano a carezzarmi i capelli in un letto profumato. Che rinasce ora? Che c’entra? Forse perché ora aspetto la sua voce. Avrò avuto cinque anni. Avevo la certezza prematura di quello che amavo:… Mostra articolo