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1 commento
E poi ‘la fiamma che canta’, ‘le vite scorrevoli’, ‘la mente affamata’, ‘le trasparenti maestà, ‘i nonsogni’, ‘le impersone’, ‘il cittadino dell’immortalità’, ‘le matasse degli smarrimenti’.
Perché fui io a chiedere a voce alta – tempo fa – “Qualcuno poi mi dice cosa sono ‘i piedi pesci’? mi ricordo.
Per dire che leggere e vivere in certe carezze di mollica di pane ti salva la vita, e si potrebbe anche volare bassi o altissimi ripescando pure i “boschi di braccia tese”. Ai semafori e agli incorci solo musica ‘leggera’. Io ascolto e leggo e mi sembrano parole di chi è capace di trasformare una propria irriducibile forma di esistenza in qualcosa di universale, in qualcosa in cui anch’io sono compresa, perché mi sembra che appartenga alle mie orecchie, alla mia pelle e al mio cuore, e mi sembra anche che mi sia fatta salva la vita, voglio dire… che mi sia resa (restituita) più umanamente.
Anche scrivere salva la vita, quelle volte che si riesca a dire quel tanto e quel poco che si avvicina alle cose indicibili.