qualcosa di troppo cui siamo arrivati nel gioco di specie
“Ti amo” ti scrivo.
Questo scrivere è avanzamento e difesa insieme. Decidersi ad amare. Prendere atto di te con l’intenzione non innocente d’essere amato a mia volta e allora, a mia volta, farmi ‘oggetto’ dell’atto speculare involontario e indescrivibile d’un tuo qualche interesse.
“Ti amo” ti dico.
Ma ogni affermazione è ciò che penso debba significare, più le innumerevoli e imprevedibili attribuzioni di significato e di valore che tu ne darai.
“Ti amo” ti ho detto.
E niente più torna com’era. Questo vuol dire che dall’età delle pietre il gesto di una mano levata in carezze e parole è casuale e biblico insieme.
Il dopo sono montagne di schegge all’arsenale. Schegge opache di pietre tutto attorno a ogni punta di lancia. E ogni punta di lancia è
“Ti amo”
Dire di amarti è la resa a tutto ciò che c’è di troppo per uno solo. L’amore è materia sovrabbondante che dev’essere (dis)seminata sui campi delle durate.
“Ti amo” in verità starebbe per “Non so che dire”
Nel pronunciarlo oggi di nuovo alle tue orecchie ho sentito quanto è ruffiano e ambiguo e però carico di umanità.
Se dico
“Ti amo”
è perché c’è qualcosa di troppo cui siamo arrivati nel gioco di specie, e io vorrei arginare quel troppo con una affermazione che abbia la caratteristica di risultare definitiva. Così dico
“Ti amo”, affinché quell’eccesso rafforzi il nostro legame invece di stancarlo. E concludo
“Ti amo”
Ma sono, anche queste, parole di troppo. Solo nell’immobilità e nel silenzio che segue la frase troveranno, m’immagino, la terra adatta alla pianta dei giuramenti mai contradetti.
Dovrò accettare* la natura nomade del pensiero che ha per orizzonte la linea d’inchiostro che scrive
“Ti amo”….
(*)non sono in grado di stabilire se dovrei arrendermi a scegliere la dizione ben differente di ‘tollerare’.
2 commenti
TROPPO.L’HAI SCRITTO IN CORSIVO,NON A CASO. SONO SEMPRE IL GENDARME DELLA MEMORIA . E TI AMO ANCORA,E LI AMO ANCORA.TUTTI.
Nessun altro posto che non sia questo e così
(tra queste braccia, non disse lei).
Solo stare bene
(tollerando la mancanza di ogni altra parola indispensabile ma comunque parziale)