per vedere il mare

Cosa è fisico. Parlare come si deve. Dirti volontariamente, non come sfuggito alle labbra, farei tutto per te.
Le armate dell’attesa sulla via per domani. L’io che obbedisce alla legislazione del desiderio. Sono cose fisiche.
Le tue labbra dicono buongiorno e io penso le leggi della termodinamica nella perdita di calore del fiato bianco nel freddo.
Una cosa fisica è quando ricevo il beneficio acustico della tua voce.
Reagisco pensando non morire mai e così stilo il piano dell’esistenza di stamani sotto il cielo d’inverno.
Disegno con sette pennellate nere contro campi invisibili pacificati l’imperatore nel vestito nuovo.
Vola sui campi di neve a firmare un armistizio e si vede arruffato perché ha dietro poche ore di sonno.
Non ho voluto disegnare elmi di ferro lungo il profilo delle trincee nei campi invasi da corvi e altri uccelli più aggraziati. Ma nella mente ci sono. Tra le cellule.
Quello che non ho disegnato è diventato lettere sul foglio. Il pensiero ha realtà fisica di cellulosa e inchiostro.
Disegno al posto di parlarti. Sono io che cammino arruffato perché tu possa verificare la mia provenienza.
Dico quando sono nato e dove e la strada fino a qua oggi. È sempre un abbraccio alla stazione di posta ogni relazione. Riposati, invita.
Preso dal desiderio di fare l’amore con la sconosciuta, fai anche tu mezz’ora di cammino per vedere il mare, le chiedo…