materiali di recupero
1972 – “Istinto di Morte e Conoscenza” – Massimo Fagioli.
Fu scritto che nella specie umana, al parto, la luce sulla retina attiva funzioni corticali di modulazione – assenti nel feto – che consentono la vita del neonato nell’ambiente extra/uterino.
Il pensiero che attuò il movimento muscolare non dev’essere stato più che il graffio di una intenzione. Poteva fermarsi sul nascere. Allora, forse…. fu quando tornò alla mente con la vista che….
Ma è sufficiente a comprendere che niente di quello che accadde poteva essere prevedibile. Voglio dire: non era imprescindibile poiché il prima non conteneva le cause.
Il graffio dell’intenzione fu un barlume di coscienza che segnò il confine tra essere e non essere di una scoperta che si riassume dicendo che….
…la nascita ha il proprio luogo nella corteccia cerebrale raggiunta per i nervi ottici dalla stimolazione della luce a conclusione del parto…
Se n’era potuto da sempre fare a meno. La terra era stata il centro dell’universo. Noi eravamo modellati dal fango. La creazione era stata una volta per tutte.
Avevamo questi amori defaticanti il pensare. Essere creati con gesti definitivi. Creati e non nati. Peggio: mai nati. Peggio: mai più in grado di nascere.
Ora la nascita ha un luogo. Uno spazio nascosto ma raggiungibile. Lo sguardo del genio è una boccetta di inchiostro nel fondo del suo occhio ‘buono’.
Lui stende la scrittura dal pensiero al foglio… poi dal foglio al pensiero e poi… Ma non fu una catena causale.
L’oscurità dei segni scritti ancora serpeggia in lampi. Il buio non è vuoto. L’angoscia non è il nostro destino.
Il presente attuale è il ciglio di strada che non ospita automobili ma riflessi lunari. La strada ha serpi auspici di fertilità.
Conseguenza è che la psichiatria che non veda il luogo della nascita è materiale di recupero sul bordo di quelle arterie pulsanti.