giorni da scrittore
Come dici? Ma si. Non so però si. Meglio che sia si.
Col vestito di sempre. Mi butto la giacca sulle spalle. Teatrante trasognato. Da strapazzo?
Vestito con trascuratezza da prestigiatore. Sorriso furbo…” ti dona..” Ah si?
Una leggera pressione sul braccio. Amichevole contrattazione, ricatto di desiderio.
“Sarà questo che conta …?” Io ricordavo approcci diretti. Non la meraviglia.
La quotidiana meraviglia. Due di traverso alla città. Vite da strada. Indebite incomode irruenti.
Individuabili facilmente che si lamentano del mondo. Con le mani accostate che smentiscono tutto.
È l’età dici. Le mani, le mani. Altrimenti abili. E il resto indicibile. Dici? Che hai da ridere?
Scandalosa felicità dici. Felicità da esperti. Si, non saprei… ma si. Facciamolo.
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Nella Gioconda di Leonardo il rapporto aureo sta nella disposizione dei lineamenti del viso e nell’area che va dal collo a fin sopra le mani.
In un’ora antelucana, il mio sta sulle scandole di rovere di un tetto.
Un fotone riflesso.
“E già per li splendori antelucani…le tenebre fuggian da tutti i lati”(Dante A)
Se vedo in te l’inimitabile sapienza che sa valorizzare l’umano per l’umano, scorgo la relazione elettromagnetica della ricombinazione, quando i primi atomi presero forma dal plasma primordiale e l’universo divenne trasparente alla luce. Fotoni antichissimi: immagine dell’universo neonato.
Vedo il super-ammasso della concentrazione di Shapley: il tatuaggio impresso a fuoco nel ventre. Come un petroglifo. Phi. “ φ” la sezione aurea. Una mappa rossa come il sangue.
Il silenzio può essere una tempesta di suoni. Il pulsare di un ventre materno.
È grande lo sforzo della parola nel diventare suono.