diario inedito di ‘Sapiens
La Mummia del Similaun, anche nota come Uomo del Similaun o Uomo dell’Hauslabjoch, è un reperto antropologico ritrovato il 19 settembre 1991 sulle Alpi Venoste, ai piedi del monte omonimo (ghiacciaio del Similaun, 3.213 m s.l.m.) al confine fra l’Italia e l’Austria. La datazione è compresa tra 5300 e 5200 anni fa ( età del rame ) alla transizione tra Neolitico e Eta del bronzo. Si tratta dunque di un antico esemplare mummificato di Homo Sapiens. Qui viene amichevolmente chiamato ‘Sapiens. L’apostrofo sta a dire, forse è una ulteriore metafora, che un cambiamento come un amore o l’intervento di nuova intelligenza porta via il passato in un soffio. L’uomo aveva nella sacca graffi su pelle di cerbiatto mummificata anch’essa tradotti così da avventati poco credibili ricercatori:
“In parete l’aria è pulita. In primo piano muschi e roccia. Tutto il resto è distante e inarrivabile.
Muschio roccia e chiodi appuntiti. Mani come artigli. Ogni pochi metri devo colpire col martello di precisione la testa del cuneo di metallo. L’aria compressa tra le due superfici esplode. Battiti.
Metaforicamente è amore: arrampicare su un’unica materia a disposizione. Il resto chiaro pulito lontano nitido irrilevante. Conta solo la precisione con la quale le mie mani veri e propri artigli screpolano ruffiane la parete scabra come fosse facile.
Danzo su te che resti, con amorosa decenza, immobile. Come per sentire ridendo i movimenti di una intera vita.
La distribuzione elegante dei chiodi sul fianco della montagna è quello che lascio. Brevi articoli.
Non credono che il poco compreso sia cresciuto nella solitudine. Possibile che non sia evidente?
Tutto di me sta tra gli artigli sui fianchi del monte e le gambe obbedienti. Anche questa è una metafora. La più bella. Non ti pare?
Per adesso dunque mi basta svilupparne i vantaggi impliciti per guadagnarmi da vivere.
Guadagnare dal tuo trovamento(*) . E celebrare il sole della tua prima alba che eri nata e ora sui sassi durissimi e puliti augurarti ancora e ancora e ancora…
Di più sulla parete non ci sta. Non tra gli occhi e la massa accogliente i miei sguardi come chiodi affilati che, nella metafora in gioco, sei te(**)”
(*) ‘Sapiens teneva forme appena meno evolute ma più efficaci.
(**) ‘Sapiens spesso usava senza distinzione te al posto del più appropriato tu.