calcoli
Dieci anni (dall’ultimo bacio). Cinque le ragazze. Sei volte perlustrare l’oceano. Uno tra milioni. Quattro volte in un mese.
Un numero è perentorio. Ma il suo valore non è la chiarezza. È la poesia di voler tenere una contabilità degli ammassi stellari.
La visione matematica concentra il mondo nella geometria delle distanze tra le bollicine di vapore acqueo di un miraggio.
Amori e calcolo infinitesimale delle gradazioni di prossimità.
Ma poi: trovato un singolo numero si continua a trovarne innumerabili ognuno con proprietà peculiari.
Ogni numero non è dunque ogni volta il risultato di una procedura. È la propria procedura una volta per tutte.
La matematica è – e deriva da – la sinergia di due funzioni: intelligenza e irreversibilità. Comprensione e abbandono.
L’amore trovato come il numero non è ideale. È pratico. Sei tu accanto. Non stai in agguato nel dopo e non tiri i fili della memoria.
La matematica mi è stata meno oscura dal tempo dei nostri primi appuntamenti.
È da te in avanti che smisi di calcolare i giorni.