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“la luce delle cinque”
La natura coltiva baobab e grani erratici. Il cielo tira in alto il grano. I nativi in grappoli dormono all’ombra dei baobab. Famiglie di vipere dal mantello incandescente incendiano cespugli radi. La savana è fuoco e cenere. Il sole percorre l’equatore a memoria.
A memoria si dice un sogno. Il sogno è memoria del pensiero nel sonno. Racconta cose mai viste. Le parole del racconto tornano col suono senza ricordo di eventi accaduti.
“Mi sento bene. Mi sento male.” Vuol dire alludere alla reazione che proviamo ascoltando la nostra voce quando, nella stanza, raccontiamo la memoria del sogno di realtà mai vissute?
Magari, azzardo, le persone ascoltano con una nuova disponibilità il suono della loro stessa voce che racconta i sogni.
Mi dico che le condizioni del mare sono ottime. Sotto il solaio di cotto antico risuonano le parole ricerca, determinazione, pazienza.
Due barche solcano il mare dei pensieri. Misi due agili modelli in legno a garantire il tempo. Ne allego la foto.