unica conoscenza
Quando si comincia ad analizzare una cosa è l’inizio della fine di quella cosa.
L’analisi di una certa modalità di esistenza è l’inizio della fine di quella modalità. La sua volontaria destrutturazione.
La pretesa necessità di analisi dei modi è la presa a balia di quei modi, l’espropriazione del soggetto del suo obbligo implicito alla responsabilità dell’estetica della sua vita.
Non analizzare ogni comportamento serve a creare attorno ai comportamenti gli spazi per la loro sopravvivenza.
Non analizzare in modo terzo, con illusoria obiettività, è impegnare i nostri vicini ad esistere o, forse, a consistere.
L’analisi smaterializza il pensiero nel razionalizzare tutto. L’analisi è tendenzialmente disfunzionale. È tardiva e parziale.
Ci sono, al contrario, persone così silenziosamente e modestamente presenti che a starci insieme viene voglia di sottolineare i secondi e i millisecondi.
Non si è capaci di fare l’analisi del vissuto, solo si avverte che tutto ha spessore: anche l’aria e le lancette dell’orologio della torre fermo da secoli.
Non che si sia capito di più di prima. Ma si sa di stare bene. Ed è subito evidente che quello è il sapere unico necessario. Vera conoscenza.
Categoria: Intelligenza Artificiale