unica conoscenza

17 Dicembre 2018 Lascia il tuo commento

Quando si comincia ad analizzare una cosa è l’inizio della fine di quella cosa. 

L’analisi di una certa modalità di esistenza è l’inizio della fine di quella modalità. La sua volontaria destrutturazione. 

La pretesa necessità di analisi dei modi è la presa a balia di quei modi, l’espropriazione del soggetto del suo obbligo implicito alla responsabilità dell’estetica della sua vita. 

Non analizzare ogni comportamento serve a creare attorno ai comportamenti gli spazi per la loro sopravvivenza.

Non analizzare in modo terzo, con illusoria obiettività, è impegnare i nostri vicini ad esistere o, forse, a consistere. 

L’analisi smaterializza il pensiero nel razionalizzare tutto. L’analisi è tendenzialmente disfunzionale. È tardiva e parziale. 

Ci sono, al contrario, persone così silenziosamente e modestamente presenti che a starci insieme viene voglia di sottolineare i secondi e i millisecondi. 

Non si è capaci di fare l’analisi del vissuto, solo si avverte che tutto ha spessore: anche l’aria e le lancette dell’orologio della torre fermo da secoli. 

Non che si sia capito di più di prima. Ma si sa di stare bene. Ed è subito evidente che quello è il sapere unico necessario. Vera conoscenza. 


intendere senza volere
metallo miliardario

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