un usignolo disobbediente e l’amore al condizionale

non sempre si ha qualcosa da dire
eppure la mente non è ferma si sente benissimo
e corrisponde al dolore o alla felicità
ed è come svegliarsi e non cʼè la figura del sogno
mattinate senza un titolo
e mi agitavo e pensavo
ma le parole non cʼerano
(chissà se si avvicina allʼessere al mondo senza un motivo)
come se la coscienza fosse reticente a collaborare con quel sole negli occhi
con quellʼintempestivo risveglio nel cuore della notte
con quella linea sottile di luce da sotto la finestra
che avverte che la rotazione della terra si è svolta ancora senza un fine né un significato
la luce o il buio raccontando senza pause lʼinarrestabile indifferenza dʼuna natura non umana
chiamano a raccolta pensieri sogni ricordi
il sogno di un usignolo che si è scordato di cantare per farmi dolce il risveglio
che se fossi innamorato direi che è come quando non cʼeri dove pensavo che saresti apparsa
dallʼoscurità della mia transitoria rassegnazione
che senza te non è più transitoria
misuravo il tempo con il sonno innaturale dellʼusignolo e la ragione sconosciuta di una assenza
ed erano la stessa cosa
e allora si che potevo svegliarmi
perché il sogno svaniva
e mi depositava tra le braccia di una veglia di nuovo possibile
realizzavo che le sconosciute ragioni dellʼassenza sono tra i pretesti del pensiero
le ragioni incomprensibili di una assenza sono
per noi esseri umani
come un usignolo che si dimentica di cantare alle cinque della mattina dʼestate
cioè una frattura da cui gridare una domanda o cominciare una ricerca nuova
ʻMisuravo il tempo con il sonno innaturale dellʼusignolo.ʼ
vuol dire che solo nei sogni degli esseri umani gli usignoli smettono cantare
e poi ci chiediamo
se sia perché di una separazione abbiamo distorto il senso
alterandola in un abbandono
o se dietro le ragioni evidenti di quella medesima separazione
non ci fosse una malcelata disaffezione che nessuno era riuscito a nominare
sognare che lʼusignolo si è dimenticato di cantare può essere un avvertimento tormentoso
o la registrazione di una intuizione di chi sa vedere
ma per me allora scelsi che fosse la nozione nel pensiero non cosciente
che non sentivo la sete da giorni
e da giorni non mangiavo
e non avevo nulla da dire
ma la mente non si era fermata mai
la nozione espressa in forma di sogno è sapere irrazionale
il sapere è la nozione di quando il pensiero non ha la necessità
di verificare il proprio accordo con la percezione
avessi avuto un amore le avrei scritto
ʻMi addormento spesso costretto dagli occhi alla sparizione – che non vorrei – di te.ʼ
se lʼamore avesse potuto essere il titolo dei risvegli di quando scrivevo
le avrei scritto di perdonarmi con il suo sorriso
e la dolce inclinazione di quel suo lunghissimo collo
(perché i miei amori hanno sempre un collo molto elegante)
di perdonarmi le avrei chiesto
se per trovare il sapere irrazionale chiudevo gli occhi e sognavo
e rinunciavo transitoriamente a lei
ʻ…e rischio che potrei non amarti più al risveglio
e lo so che non accade in genere che è assai poco probabile…ʼ
avrei aggiunto
per poi sognare
– ma questo lo avrei scoperto al mattino –
che un usignolo aveva smesso di cantare
e aveva fermato il mondo
e aveva realizzato una impensata disobbedienza agli istinti
non avrei comunque avuto voglia di spiegarle cosa significava aver sognato un usignolo
che al mattino resta addormentato tra le foglie che ombreggiano la finestra
se il titolo di allora fosse stato che ero pazzamente innamorato
tuttavia
per come mi pare che certi sogni mi suggerissero
avrei smesso di insistere sullʼevidenza del senso rivoluzionario dei sogni degli uomini
avrei gelosamente tenuto per me il battito dʼali di una rivoluzione
cioè lʼultima parte del sogno dove mi era sembrato che lʼusignolo
che non cantava
neanche stesse dormendo
e dunque forse non si trattava di un ʻerroreʼ naturale
né di una variante biologica
ma di qualcosʼaltro
avevo sognato un usignolo che non cantava
e che in un battito dʼali sfiorando le fronde alte di fronte alla finestra
era volato rapidissimo oltre le foglie
che per lui non avevano né mai avrebbero comunque avuto segreti
se ci fosse stata una lei a dare il titolo a quei giorni
certamente la sua mano mi avrebbe accarezzato i capelli
per convincermi che era quella carezza ad avermi fatto sognare lʼusignolo
per restituirmi la pace di una certezza dʼamore dalla quale
al contrario
il sogno mi aveva definitivamente distratto
arrivarono molte carezze negli anni come foglie di un piccolo bosco privato
nei giardini dietro le recinzioni eleganti delle case borghesi
e restavo sicuro di sapermi orientare
avevo capito e verbalizzato esattamente che lʼideologia psicoanalitica
– detta ‘tecnica’, per confondere –
era misera nellʼindicare lʼinterpretazione come metafora risolutiva di unʼaltra metafora
– il sogno –
ma silenziosamente un giorno tacqui al risveglio e il sogno rimase comʼera.
non venne la metafora come non venne la carezza di lei
quella volta volai leggero
ora cerco di raccontare il senza titolo
come se fosse facile capire il sogno che non vuole nulla
o il linguaggio che non teme più dʼessere sottratto
o Il pensiero che senza un linguaggio impaurito della propria temuta sottrazione
si siede e ascolta …
ascolta
– precisamente –
il silenzio caparbio e misterioso di un usignolo
che si diceva fosse stato creato per addolcire i risvegli degli esseri umani
un usignolo che canta per il piacere del risveglio degli uomini
è creazione del nulla di senso
è sottrazione di tempo…..