un cane fradicio e muto
Chi è rimasto innamorato ha l’anima grondante e quieta d’un cane scampato al naufragio.
Anche la scrittura è un cane muto col capo reclinato fino a terra e lo sguarda su noi pieno di interrogativi, si direbbe.
I segni di interpunzione che inseriscono nel testo gli affetti del discorso generano una gelatina di diversi colori nella quale le parole sono immerse.
È sulla soglia dei tre anni che l’anima grondante e quieta di chi è stato fatto innamorare sviluppa una naturale simpatia per l’invenzione – (è invenzione il cane venuto dal mare) – segno prognostico che in loro il pensiero ha acquisito irreversibilmente la sensibilità alle precisazioni e alle specificazioni.
Quei salvati sono a loro volta cani fradici e muti.
Vivissimi, nella gelatina verdeazzurro com’è il colore dei dollari americani, non affogano: sintomo manifesto d’una genetica ibrida che si esprime in pensieri anfibi.
Il loro mutismo è cioè, (o comunque puo permettersi di consistere in) un inabissamento.
Questi, rimasti innamorati per tre anni, hanno l’anima grondante e quieta di chi, scampato al naufragio, tace per molti anni ancora.
Parlare non è più un bisogno.
In quel tempo muto essi stabiliscono una relazione di disinteresse per l’attualità del mondo e si pongono indiscutibilmente oltre l’area della critica.
Solo da poco io sono venuto su da te. Ho scritto per anni dal fondo d’una vasca di dollari in sfoglie di gelatina verdeazzurra.
Lungo l’intero periodo dell’immersione non ho mai smesso di prenderti di mira.
Con le balene ci siamo accostati senza intralci.
Ho imparato la delicatezza del movimento che permette di restare via a lungo senza dare segni della propria esistenza.
Solo oggi ho posato la penna per venire a baciarti come prima cosa.