tutto quello che non è
tutto quello che non è
(…mi si propone di aprire pagine, tra le altre, per una ricerca pura su quanto può stare ‘a margine’ di una ‘festa’….così rispondo con interesse: cercherò di fare legando le cose dette a quanto ancora è possibile…nell’immagine di questo articolo c’è una ‘foto’ della bella schermata di ‘claudio’ che si dà altro nome composto di due aggettivi trasversali, una diagonale per amare dormire sognare…dico a me stesso….e sottopongo al tempo già da tanto tempo iniziato: era settembre del 2010…. Non si tenga peraltro alcun conto dei titoli, essi sono pretesti… poiché è evidente che in questo caso, per esempio, ‘tutto quello che non è’ ….dà il titolo a ‘tutto quello che è’. )
Tutto quello che non è è dopo disgiunzione, chiarimento, definizione e conoscenza. Sono argini del pensiero parole come ‘amore’, ‘rifiuto’ , ‘per sempre’ e ‘ricerca’. Non siamo esperimenti di un creatore inesperto come narrano le mitologie delle varie genesi. Leggende si creano perché su molte delle nostre giornate non abbiamo alcun potere. Il che non significa. Appunto… In relazione al cuore e al pensiero così come genericamente vengono rappresentati c’è molto ancora da riferire: gli esploratori in distanza inviano dispacci incomprensibili con disegni che -bisogna ammetterlo- sono strepitosi: laghi o nuvole non è chiaro ma è evidente la mano delicata e decisa. Così a dire tutto intero il dubbio: al cospetto dell’ignoto diamo il massimo di noi. Fossimo esperimenti avremmo noia e disprezzo delle cose che svaniscono lentamente: amiamo laghi e nuvole. Invece. Siamo una fisarmonica di madreperla avorio e corno di rinoceronte sulla vetta del K2 e spargiamo note come pietre rotolanti. Siamo creme abbronzanti spalmate generosamente ed irriflessivamente sopra le nostre stesse scapole delicate e sulle spalle nostre, gli zigomi e le arcate sopraccigliari. Siamo pugili in carriera con scarpette come guanti delle dive del cinema muto: da sempre le più eloquenti.
Siamo artefatti acustici e prima pretesti inderogabili. Siamo occasioni da non perdere: ci fosse un’intelligenza superiore ne avrebbe approfittato da tempo il che chiarisce definitivamente che, da quel lato, siamo soli nell’universo. La cosa alla fine non cambia il verso della musica. Suoniamo tibie di uccello e ottoni piegati, pelli e acciai distesi su archi di ghisa. Siamo ad ogni costo: essere non ha prezzo. Al meglio fummo l’eco di un giorno. E quello che c’è nella mente quando diciamo “No” forse non si sa riferire fedelmente parola per parola. È un atteggiamento una decisione un rischio un venir fuori dal dubbio un navigare a vista alla volta di stelle conosciute nella volta scura del cielo. Non è un riflesso l’azione di dire ‘no’: c’è di più da sapere. C’è il tempo che ci siamo regalati per portare scompiglio e fondare le leggi della fisica e altre regolarità per star comodi a tavola nella peste e le guerre. La franchezza è aggressiva più che altro. L’onestà silente però è ‘troppo’ secondo la maggioranza delle persone. Creare, nella marea vagante della estrema normalità. E’ una idea snob che sia una vita ‘adatta’ con gli ‘stimoli giusti’ a favorire il pensiero creativo. E’ che ci sono alcuni che pensano le cose nuove e poiché essi sono sempre un poco discosti da noi, non proprio là, sono sempre, quasi sempre ‘altrove’ rispetto al nostro ‘altrove’ … allora si determina l’idea di un movimento necessario al pensiero generante.
Io…..con voi amo confondermi insieme…. parola dopo parola: l’inconscio non esiste ‘in sè’: è solo pensiero di stecchi arrostiti, brucianti e, alla fine, incandescenti. ‘A margine’ quanto si vuole ma si impone.
