Tacere
28 Gennaio 2012 Lascia il tuo commento
sabato, 28 gennaio 2012

La voce è portata al proprio limite dall’interpretazione.
Avevo pur detto che mio padre era la Torre Eiffel.
Ma il ferro arrugginito e tonante sui tetti di Parigi era voce di un soggetto ‘plurale’.
La voce del soggetto plurale è divenuto canto lirico e politica tra mondo e pensiero.
Si sa: i suoni che rifluiscono per baciare vengono dalla macchina del sonno di tutti.
Il sonno sono silenzi che sfidano muri neri e chiese vuote.
Il torace che si solleva è l’unico comportamento cui ricondurre il sogno della ribellione
Ricerca: questa allegria siamo noi due, o quel noi è identità collettiva?
(Perché in tal caso questa è una storia differente)