quello che non si può amare
Quello che non puoi amare, temilo. Così ho letto. Una frase estrema. Quelle posizioni sbrigative… Forse è troppo, ho pensato lì per lì. Poi mi sono detto che forse no.
Forse, se si vorrà capire qualcosa, quel qualcosa, che di fatto sarà piccolo tanto da stare nella mente di un solo individuo per volta, dovrà essere trattato come fosse un mondo intero. Non c’è esagerazione nella chiarezza.
Bisogna trattare tutto con l’etica dell’amore. Non condivisibile, un amore, ha le qualità di una piccola cosa ma talmente precisa per noi da non poter esser differente in nulla da quella che è.
Può essere una convinzione teorica, una preferenza estetica, l’inclinazione al rosso, il ricordo indelebile dei capelli di un figlio o una figlia, la traccia di buio della prima insonnia. Quella piccola cosa riempirà intera la nostra mente per secoli.
Allora è vero: quello che non si sappia amare guasterà la nostra mente e dobbiamo temerlo.
Non è l’altro che ci fa del male. È quell’essere mal posto in noi dal nostro disamore a causare la deformazione di una malattia.