prerogative dell’Io

Ai piedi di una montagna di luce le pietruzze nero lucido del caffè spariscono tra le sue labbra. Una biscia benefica perlustra i fianchi del monte. L’attuale momento è una valle di fiori.
L’approssimativo esame dei sismografi del pensiero rileva l’azione di un sistema convergente di faglie solitamente silenti.
La dea qui accanto ha le proporzioni complesse di un archetipo. Il suo profumato splendore mi spinge a considerare i vantaggi dell’esperienza. Ho qui un archetipo di carne che si gode un caffè.
(……..)
Ecco sono io questo “Io” già nostalgico in un presente dilatato intorno fino ad ore incerte lungo le curve smaltate della donna. Qualità dell’io è procrastinare il desiderio. Ma a quando?
Alzo gli occhi al cielo per rimproverare la sorte. La figura percepita si trasforma nella mente in un senso di dolorosa identità che al posto di lei si impadronisce di me non proprio l’abbraccio immaginabile.
È infelicita della conoscenza essere certo che non sbaglio ad allontanarmi da lei. Poi ho cercato di disegnare il fianco destro di una montagna strappato da raggi solari incandescenti.