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L’amore tra noi l’abbiamo creato sensazionale. Prima non c’era. Si dice ‘un amore così non c’è mai stato’. È vero.
Questa sensazionale opera d’arte è in aria tra noi due distanti qualche migliaio di metri oggi, tre giugno, alle tredici e trenta.
Ogni parola che ci siamo scambiata fino ad oggi è il testo d’un trattato di anatomia medievale.
Il tre giugno duemilaventitre alle 14.00 la luce solare si raccoglie nella voluminosa edificazione d’un ateneo.
Abbiamo studiato attenti le nostre reciproche necessità sessuali prima di tutto, avendo ben chiaro che la bellezza di un essere umano è il suo senso estetico e che il senso estetico cresce sotto le attenzioni di mani mai distratte. Il piacere non ci s’è ritorto contro. Sono state difficili lezioni le frequenti brevi occasioni accademiche.
La luce di oggi edifica i muri dell’ università medievale che svettano in archi a sesto acuto caratteristici dell’Architettura Lirica degli Armistizi.
Essa esprime la bella e difficile conclusione dell’orgasmo che svetta irreligioso quando anche le pietre gridano.
Fino alle quattordici e dieci di oggi, tre giugno duemilaventitre ci siamo attardati a sanare ogni incomprensione.
Nelle aule vuote dell’attesa a ripeterci in mente Arriverà. Arriverà.
Risuonano ogni volta i nostri passi del giorno precedente.
Nell’aria delle poche migliaia di metri tra noi il ritmo del pensiero è la playlist per domani e dopo. Domani è il tempo imbrigliato con previdenza nella tessitura elegante del nostro accordo.