pitagora

2 Ottobre 2010 Lascia il tuo commento

linee del teorema di Pitagora per la gioia degli occhi

tratteggi e segmenti pieni non cʼè neppure lo sforzo mentre ti distendevi al mio fianco ed io scivolavo leggero tra le crepe del muro alle nostre spalle

in una crepa leggera che separava una storia dallʼaltra

i servi della gleba ben distinti dai signori

al fondo della fessura un trattato di ottica

sʼera al tempo avanti cristo gli anni migliori prima della crisi

gli specchi concavi ti facevano altra e cʼera molto da sognare

lʼazione onesta del caso che fonde la sabbia disegnava con rivoli di vetro sul mare la parola ʻ…intelligenza…ʼ

nella mente dei poeti un uomo e una donna accoglievano in casa un viandante

poco vetro senza forma precisa aveva le caratteristiche dellʼimpazienza una volta preso tra le dita al mattino accanto al fuoco del bivacco rimandando il marinaio dalla nave al futuro quando in trasparenza guardava dal vetro

il cielo il sole il mare

scendendo con lo sguardo i propri piedi

diritto davanti gli ormeggi e quella figura di ragazza che prima non cʼera

di conseguenza tutto quello che potrebbe esserci che forse sta nel vetro cioè stava nella sabbia prima del bagno della sabbia nel fuoco

o forse prima del bagno della mente nel fuoco del sogno

le mani tinte alle pareti cantavano con voci differenti nel buio delle grotte dopo che tutti se ne erano andati quando uomini e donne sbarcarono dalle grotte alla spiaggia e alla riva dei fiumi

io sottratto alla mia passione per te dal sonno disteso al tuo fianco sognavo la linea di aderenza tra la tua e la mia pelle

profilo dell’inquietudine e fisionomia dellʼimpazienza erano due numeri sulla sabbia dellʼabaco prima del fuoco eccesso di calore e distrazione di uno scriba risultavi disegnata da fattori diversi e tutti mostravano lʼazione dellʼuomo

le cifre che esprimevano grandezze erano numeri interi sullʼabaco e i numeri alla fine noi stessi

fummo noi stessi alla fine di nuovo che il sogno e il soffio del fuoco avevano reso scaglie multiformi di vetro trasparente

attraverso di noi un marinaio svolgeva il pensiero tra la nave e il futuro

il pensiero irrazionale della notte non finisce al mattino è solo la coscienza che viene abolita la notte nel sonno

gli uomini scoprirono che la prima cosa non poteva essere senza morte e follia lʼaltra al contrario non arrecava alcun danno

così costruirono navi ma prima seminarono impronte di mani alle grotte senza di che avrebbe potuto essere morte e follia

al contrario nessun danno avrebbe arrecato lʼassenza di navi in specchi concavi la tua figura mi imponeva di amarti diversa io ti sognai il corpo cosparso di tracce di mani vivente e accaldata ma ferma

a dire a tuo modo ʻ…senza immagine di donna per lʼuomo sarebbe morte e follia …ʼ

lʼinfedeltà alla figura non arreca alcun danno lʼinfedeltà alla figura non arreca alcun danno


notturno delle tre (*)
il libro di blanche e marie

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