per un primo maggio ancora
“Quelli che si sono limitati a tacere o a chiudere gli occhi su quanto avveniva si sforzano anche loro di giustificare in qualche modo il passato. Di solito ci accusano di soggettivismo. <Voi vedete un solo aspetto mentre c’erano molte altre cose: le costruzioni, le recite di Maierhold, gli uomini del Celiuskin> e ancora e ancora. Potrei aggiungere che altre cose importanti sono anche il cielo e le stelle ma che comunque si deve trovare un significato in ciò che è avvenuto. L’umanesimo del diciannovesimo secolo è entrato in grave crisi quando sono crollati tutti i valori etici considerati semplice prodotto dei bisogni e dei desideri dell’uomo o della sua ansia di felicità. In compenso il secolo ventesimo ci ha mostrato, in maniera lampante, che anche il male possiede un enorme forza di autodistruzione e che nel suo sviluppo raggiunge inevitabilmente l’assurdo e il suicidio. Purtroppo abbiamo anche capito che il male, mentre distrugge se stesso, può annientare qualsiasi forma di vita sulla terra. Questo non si dovrebbe mai dimenticare. D’altronde, per quanto alcuni si sforzino di gridare queste semplici verità, le udranno soltanto quelli che di per se stessi non vogliono il male.Infatti tutto è già stato ed è finito ed è ricominciato ma sempre con rinnovata forza e su scala più vasta. Per fortuna io non vedrò ciò che il futuro ci prepara.” (‘L’ epoca e i lupi’ – Nadezda Mandel’stam)