Pensarti, in circostanze inventate di risa notturne.

2 Giugno 2023 Lascia il tuo commento

Ora, ora! Sì. Ora. È quasi fatta. Ora -dopo tutto quello che è successo, insomma dopo gli avvenimenti che sai, che non sto a ripetere- ora non si torna più indietro. È difficile anche aggiungere qualcosa, neanche poche parole in fila che abbiano inizio e fine come sarebbe necessario per una trattazione comprensibile e un parlare, diciamo così, ragionevole.

 

Ma la natura umana non ha la razionalità. L’animale è razionale che non parla.

 

L’uomo s’è trovato a disposizione una serie di speciali configurazioni anatomo-funzionali che hanno istituito il linguaggio e non poteva essere diversamente perché avrebbe significato eludere la conseguenza di una struttura esageratamente ridondante.

 

Che però è ridondante in ogni ambito. Sicché il linguaggio oltre che ineludibile si è rivelato, in più, incontrollabile.

 

Esauriti i compiti di servizio (cioè le funzioni del nominare e riordinare oggetti inanimati), portati a termine gli obblighi del comando e passato attraverso l’ebbrezza del potere a carico di anime preventivamente accecate, non appena riposa nel niente da dire, l’essere umano germoglia in foglioline tenere e rametti di parole.

 

Sono fioriture di strofe interrotte. Sono sfumature cellulari che il linguaggio dice ma non verbalizza. È la vegetazione di una struttura fonetica. È l’erba della traslazione acustica dei pensieri. E non si sa dire se di quell’erba il linguaggio sia fatto. O se ne nutra, per farsi.

 

Se insieme il linguaggio è ciò di cui si avvale e si avvale di quel che è, resterà sempre un’attività di frontiera e non potrà mai ritrarsi nel guscio di una figurazione conclusiva.

 

Si presta, al contrario, a sottigliezze infinite, fai conto la poesia. Al seguito di questa aurora primaverile c’è anche il corteo del peggio: il malocchio celato, le malie suadenti, le insinuazioni d’un sospetto, il sussurro insistente, il contratto segreto o il grido: che si deve immediatamente cogliere se sia, a sua volta, urgenza, allarme, richiamo, scherzo, spinta, provocazione, offesa, evocazione, implorazione, scoperta, svelamento, riconoscimento, o gioia. Pura. E semplice.

 

“Ora si”- si esclama avendo inequivocabilmente capito. E non si aggiunge nessun’altra chiosa.

 

“Come, e noi?”

 

“La notte è muta. Altri hanno già detto tutto. A noi non tocca alcun obbligo. Si può restare così. Che altri si agitino a tentare. E tu, ora, non ridertela troppo forte!”

 


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