notturno delle tre (*)

4 Ottobre 2010 Lascia il tuo commento

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notturno delle tre (*)

non si ha coscienza della nascita del pensiero
l’atto della nascita del pensiero è inconscio
diciamo che ci sfugge che non si sa volere pensare
non si sa imporsi una scoperta
un amore
la sua fine
inconscio è il pensiero umano nella sua natura specifica
sdraiati sul prato seguiamo le nuvole che si accavallano
esattamente come si svolge il pensiero
senza punti virgole senza riprendere fiato
naturalmente poetico irrazionale e non cosciente viene su
– il caffè che profuma il mattino –

meglio ancora – amore mio –
se saranno le tue idee sul giorno che spunta
ad accogliere l’assenza di volontà di amarti
perché di amarti io non ho necessità di volerlo

sale alla mente il pensiero di te
le nuvole che scorrono hanno tutte il tuo volto
le tue mille espressioni nel sogno
sono le parole che compongono l’idea che:
‘pensiero umano’ non sia ‘coscienza’
che ‘coscienza’ sia l’attività cerebrale derivante dalla registrazione della realtà esterna
‘coscienza’ come l’attività cerebrale
derivante dalla registrazione
dello svolgersi del nostro ‘pensiero’
che viene percepito dalla ‘coscienza’ come realtà non materiale interna

la coscienza non è più potente del pensiero
né ha sul pensiero alcun potere
se mi proibissero di amarti non ci riuscirei
e neanche potrebbero farmi amare chi non amo più

viene su il caffè stamani
viene su il sogno che non è memoria ma pensiero
la coscienza
nota
registra
si rende conto prende atto
che essa non saprebbe volere pensare
ma anche che la natura del sogno – del pensiero – non solo le sfugge
ma esercita una spinta ogni mattina e ad ogni stupore
ponendosi come il volto allo specchio che interroga per un attimo il soggetto
e implora un secondo di intelligenza e di libertà

la coscienza
nota
registra
si rende conto
prende atto
che ‘coscienza’ non è ‘pensiero’
che ‘coscienza’ è assolutamente differente dal ‘pensiero’

la coscienza
nota
registra
si rende conto
e non può che prendere atto – alla fine –
di essere attività cerebrale frammentaria
che serve alla sopravvivenza di attività inconsce ed irrazionali
la ‘coscienza’
nota
si rende conto
registra e deve concludere
che essa non è ‘pensiero’
che ‘pensiero’ è del tutto differente da ‘coscienza’

‘pensiero’ è – diciamo così – il soggetto della coscienza
e senza ‘pensiero’ non ci sarebbe coscienza
mentre è evidente che il contrario è assolutamente possibile

mille anni a dormire e ti svegli con l’idea del caffè che viene su
e del volto di lei che ti si stese accanto la sera che iniziasti a dormire
pochi giorni senza dormire ed è la morte
per un incomprensibile disordine dei centri termoregolatori
nel bel mezzo della più tremenda distruzione del ‘pensiero’
che si è andata instaurando quasi subito nell’essere umano cui viene impedito il sonno e il sogno

l’essere umano cui viene impedito il sonno e il sogno muore pazzo e tremante
in un disordine termico
nella perdita di frontiera tra interno ed esterno

l’impedimento del sonno e del sogno distruggono la possibilità di conoscenza
conoscenza-pensiero-immagine di interezza e integrità e forse addirittura di esistenza

l’essere umano cui viene impedito il sonno e il sogno muore con la coscienza di morire
ma la coscienza non ha la conoscenza per impedire la distruzione del pensiero
e la degradazione della fisiologia che uccide senza lesioni della materia organica

conoscenza è pensiero inconscio irrazionale sogno e paradosso
conoscenza è essere certi della realtà umana del fatto che
senza sonno e sogno si diventa pazzi e si muore
conoscenza è essere certi che senza coscienza si sopravvive

che è evidente che la perdita del controllo della realtà materiale esterna attraverso la coscienza
non altera il pensiero
che invece accade molto al pensiero se esso non può realizzarsi come sogno

conoscenza non è coscienza di non poterti avere
conoscenza è gridare il tuo nome per strada poi sedurti ad amarmi poi restarti accanto
poi smetterla di controllare i tuoi movimenti
amarti nonostante la coscienza di sapere le conseguenze del tuo sorriso
che scatena il desiderio degli altri

conoscenza è sognare di te e non disperarmi di fronte alla tua assenza
conoscenza è sempre stata amarti realizzando il massimo della tua bellezza quando ti alzavi dopo l’amore
per andare chissà dove misteriosa e piena di promesse
gli occhi al cielo i tuoi come in un orgasmo che continuasse nel pensiero e nelle tue gambe sicure
io con le mani sugli occhi la testa sul cuscino a tenere il pensiero imprigionato nel profumo di noi insieme

conoscenza è l’irrazionale di amarti senza impazzire
conoscenza è essere certo che la pazzia sarebbe stata amare una ragazza normale
alla fine conoscenza è nel rifiuto della coscienza come soluzione
la conoscenza è essere certi che la coscienza è una ragazza ‘normale’

* ” Notturno delle Tre ” di Ivano Fossati racconta del rapporto con una certa ragazza non proprio ‘normale’. Normale è – d’altra parte – l’allusione confidenziale a qualcosa che risiederebbe nei limiti del pensiero di un maschio quando pensa una donna. Una donna non potrà dunque mai essere ‘normale’ ….per sua fortuna. Se lo fosse sarebbe solo per una disavventura.


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pitagora

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