nord
Ci vuole ben altro, si scrive talvolta. In effetti il differente valore (bene altro) trasforma la giornata. Un diverso modo forma sculture sui muri delle case talchè noi possiamo procedere lungo Via dei Bassorilievi.
Da casa tua portava al fiume sulla sponda di fronte al porto industriale. Una processione di caffetterie come cabine grandi sul ponte di una nave.
Legni verniciati di panna e azzurro scintillavano in schianti secchi di luce e come aghi di microchirurgia robotica arrivavano dentro la testa.
L’amore antico nostro agiva una regolazione fine della percezione e le schegge di ebano colorate restarono infisse dentro i pensieri.
Il colore divenne pensiero. Quel timbro di panna e di azzurro sono bar sul porto, baleniere e gabbiani, gru industriali in inchini deferenti. Te infreddolita dentro la capanna del tuo ampio cappotto
Vedemmo balene sul fiume. Marinai sulle boe di mezzo. O furono illusioni sull’acqua una mattina vaporosa al nord.
C’è sempre l’acqua ad aspettarmi. I vapori del primo giorno di vita.
Dopo anni di ricerca e domande so distinguere tra sognare il primo sogno dopo la nascita, che è il buono e il quieto.
E sognare il primo giorno: che è la radiazione di fondo, la piccola distanza tra il genio e l’assoluto.
Un marinaio di ebano colorato stava sulla boa nel bel mezzo del fiume. Nel punto medio della rotta di traghetto. (Ci sono sempre queste illusorie simmetrie.)
In quei momenti fugaci sui fiumi nordici i tuoi occhi blu e panna sbilanciarono dalla nostra parte l’universo. Quasi tutto, quel giorno, era rifluito in te.