mi scrivono questo:
(Raramente capita, tuttavia capita, che un commento io decida di sottoporlo come articolo perché mi appare del tutto integrato al mio modo di procedere nella ricerca.
Cosi evidenzio le seguenti domane postate a commento da @andrea: che, ovviamente, possiamo figurarci come più ci piace…)
“… se la bellezza, come Lei dice, va da chi (detto male sarebbe meglio verso colui o coloro, che la vede (la vedono) allora posso pensare che, nelle rare occasioni di convergenza di tali reciproche qualità estetiche, nel caso, o nei casi, del simultaneo manifestarsi di tali tendenze, ogni soggetto coinvolto sarebbe, per tutti gli altri ugualmente presi nelle spire di una medesima mutazione, sia la bellezza cercata sia la forza del movimento per prenderla, quella sostanza…?
1 commento
Andrea, hai il nome di mio fratello, forse sei mio fratello. Io ti figuro a metà fra un essere umano con un corredo genetico simile al mio per biologia ed un altro essere umano che ce l’ha per ricerca della stessa sostanza.
Che bellezza.
La bellezza umana, individui con un simile corredo genetico per ricerca della stessa sostanza, la portano in dote ogni giorno e la offrono al mondo, a tutti gli altri esseri umani.
A questo punto, immagino io, ci si riconosce: uno sguardo, un treno in ritardo, un rumore, un’attenzione particolare verso il colore del vestito dell’altro; e ci accorgiamo così di aver raccolto un mazzo di fiori fatto della bellezza dell’altro individuo con un simile corredo genetico per ricerca della stessa sostanza.