l’amore contingente
Non c’è non amore. Il non amore è dis/grazia.
Sono queste idee senza documenti di identità che, nella contingenza dell’alba emergono dalla nebbia del breve stato di sonno appena portato a compimento.
Prue di barche grandi. Imposizioni di legni arcuati. Costruzioni generose. Le idee sono ingombranti posate sulla sabbia della materia biologica cerebrale. Che geme non di dolore ma in ulteriore attesa
Oasi nella vita dell’uomo che è, comunque, un nomade lo voglia o meno. E non volerlo è arroganza e presunzione.
Queste contingenti imposizioni del pensiero involontario sono indistruttibili pietruzze colorate che si tengono nelle tasche e si masticano con mani esperte come carezzare la seta del dorso di un amore e il velluto dei seni dell’amore dirimpetto.
Questo è per l’evidenza che gli innamorati sono vicini di casa che mettono fiori alle terrazza e si guardano pieni di desiderio e tenerezza ogni mattina che Dio mette in terra.