impotenza estetica del perbenismo
Si continua a morire d’amore. A non saper rivivere nella vita che resta ‘dopo’. Inimmaginabile una realtà dove tu non sei. Realizzo il film nel quale tu muoi. Li per lì non succede niente. Si vedono scene di fluente quotidianità in cui io sopravvivo in ambienti inalterati. Ma ben presto anche io muoio. Non si vede come. Si vede il mio corpo steso a terra sul marciapiedi d’una via molto trafficata. Non si sa la causa. Non c’è altro. È tutto nell’eleganza ebete del mio corpo da cui è appena fuggita la vita. Figura d’una esistenza insensata atterrata da eventi inattesi dopo che eri venuta a mancarmi. A questa fine nessuno in sala si addolora. Ci sono lacrime di felicità. Morire d’amore è fare giustizia. La consolazione della sopravvivenza è sempre penosamente retorica. E l’arte, si sa, quando si può rivelare l’impotenza estetica del perbenismo, non si tira mai indietro.
1 commento
Fare giustizia e’ occuparsi del Bambino..e’ non rendere vano l’aver Amato.
E’ rimanere forti per cio’ che e’ stato…la fedelta’ad un Sogno che e’ stata Rivoluzione ,Appartenenza,Liberta’.
Cio’ che ci ha trasformato e ancora ci trasformera’…