i nostri due nomi
Una poltroncina decó. La primitiva in equilibrio sulla spalliera che aggetta appena indietro. Lei è tutta curve e sorriso.
Ognuno ha due nomi. Il proprio. Che vale poco. Uguale ad ogni altro. E un secondo nome: universale, speciale.
Consegniamo in un fiato il nostro nome. “Piacere”. Il nome cade in una insenatura dell’altro. In fondo al mare della sua coscienza.
Il secondo nome è tu. Siamo pieni di aspettative che qualcuno riesca nella pronuncia esatta tirandoci via dall’inesistenza.
Deve essere questo alla base del battesimo. La corretta intonazione del tu che siamo ciascuno di noi.
La donna in equilibrio su un ottocento declinante aspetta uno che chiami il suo secondo nome.
Che arrivi con quel tono inequivocabile a pronunciare “Tu…”
Con quello che segue di sonanti aggettivi e dolci avverbi. E promesse.