fotografia

5 Ottobre 2010 Lascia il tuo commento

percezione della realtà materiale esterna, una lampada: metallo cotone e magia della luce: come evidenzia la fotografia. La luce che si diffonde nello spazio – senza  linee – è invisibile, non è una cosa, un oggetto. Distesa sulle pareti della stanza ha la prerogativa del ‘non-finito’: è energia amorfa e indifferente.

Non come quando lei mi parla, quando le immagini invisibili del pensiero diventano la sua voce che ha la vita.

Così appena se n’è andata ho fotografato la lampada accesa, poi ho trasmesso la foto sullo schermo del computer ed è diventata una cosa diversa: nel perdere la dimensione della profondità ha acquistato qualcosa che non è nella realtà, che non si trova nella profondità dello spazio fuori di me: là fuori nello spazio è una cosa morta ma qui sullo schermo – spalmata come marmellata sulla fetta di pane della merenda di un ragazzino – si rianima.

Ho fotografato la lampada perché quando te ne sei andata l’esterno era freddo. Succede quando se ne va qualcuno che amiamo che lo spazio esterno delle stanze perda del tutto – improvvisamente – l’idea d’essere ‘mondo’

L’idea d’essere mondo che attribuiamo al mondo – perchè nel mondo non c’è idea alcuna – è una certezza del pensiero umano senza la quale le cose non starebbero insieme. Sillogismo d’amore: poiché senza te le cose non starebbero insieme tu sei idea d’essere mondo: del mondo che mi si para di fronte al mattino e del mondo che abbandono al suo destino la notte, rotolando su un fianco, pieno di indifferenza per le sorti di tutto.

Tanto la coscienza non basta a tenere insieme le cose………


Tag: , ,

Categoria:

Medea - Christa Wolf -
notturno delle tre (*)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.