fai conto…
Sempre cerco le cose per fare giuste le giornate …. e poi dico “no non questa” …. e poi “non questa”: perché niente sembra adatto…
La ricerca costringe a questo niente. Mi dico che è che voglio vedermela con un ignoto di più’: presunzione dei poveri, pretese di nudità…
Giornate a mani nude. Silenziosi corpo a corpo. Non sempre proprio un balletto. (Chissà a quanti capita di fare i conti con un pensare che non cede?)
La ‘nascita’ fonda un modo di essere di ciascuno che è ereditarietà di specie più che eredità di famiglia.
La nascita di un essere umano non aggiunge un elemento numerico ad una popolazione.
Il neonato ha la munificenza di una soggettività che non c’era mai stata.
Potremo volgerci su di lui come sull’umanità intera. E, guardandolo interrogativi, farci, dell’umanità, una idea nuova. O cambiarci la sorte.
Il neonato è dunque Cupido. Armato di candore, incapace di opporsi alle carezze si può toccare ma è lui che ci prende.
È così grande l’impreparazione a quell’esistenza esposta tanto quanto non atterrita che i suoi sguardi trasognati sono irresistibili.
La nascita forse ci dispone alla accettazione di un simbolismo più adulto?
Fai conto, l’amore. Quando viene non distrugge nessun amore intorno. Soltanto, una volta che sia arrivato, non va più via.