dormire sul fondo marino

30 Giugno 2018 Lascia il tuo commento

Mi chiedono di te. E tu sei la mia precocità. Intelletto d’amore d’essere stato ragazzino ed averti immediatamente avuta. 

Si crede che nostalgico ti invochi invece ti lascio parlare di me com’ero già.

Sei stata incidente: letteralmente luce sugli occhi che si chiusero abbagliati realizzando pudore e consenso. 

Ebbi in sorte quella beffarda nostalgia di comprendere prima del tempo. Potei dunque fare per sempre a meno di te.

Peraltro la percezione sensoriale del tuo viso adolescente era tanto rapidamente mutevole da impedire l’idolatria. 

L’affresco si asciugò presto alla parete della volta cranica e il pensiero corre da allora nella grotta delle muse. Classicità vivente nelle nostre mani prese. 

Fin qua non arriva che un barlume di quella luce. E la quasi immobilità di questo fondo oceanico calma l’ansia di sapere che l’immagine non potrà, quaggiù, diventare mai più figura. 


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un articolo del 27.10.2012 riproposto
convivio di mezzogiorno

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