differenti tipi di lava
Ecco la ricerca che si arresta d’agosto in una posizione non platonica di anima risoluta. In attuazione di primitive disponibilità. Ideale alimento di paleodieta sentimentale.
E il linguaggio procede a balzi nel sottobosco. Il ferro crepita nel vulcano e canta: “Faremo tutto”. Il fabbro suda nella bottega al centro del cratere.
La montagna un minuto fa era muta. Ora dentro esplode e fuori è percorsa dalla propria effusione. Onnipotenza naturale cieca.
Ne viene fuori il magma originario, impoverito dei gas che sprigiona. La colata eruttiva si vetrifica a corda (liscia e vetrosa) o a blocchi (irregolare e frastagliata) o a bolle (nelle eruzioni sottomarine).
La denominazione allude alle forme differenti che la lava assume secondo che il suo raffreddamento inizi a partire dall’aria o dalla terra.
Suggerisce che le parole sono forme di suoni ritorti in modi differenti secondo la direzione e la rapidità del loro progressivo vetrificarsi sulle pendici di noi.
Ci sono lave granititche (o acide o sciatiche) ricche di silicio. E lave andesitiche (o neutre) con quantità di silicio intermedie. E lave basaltiche (o basiche o geniche), nelle quali il silicio scarseggia.
E questo fa la grana dei giorni. Una metafora della composizione di un golem bizzarro. Noi infarciti di terra antica. Mai uguale. Ogni manciata un sogno.