concerto
La natura granulare della realtà fisica implica relazioni inesorabilmente variabili che noi descriviamo incessantemente.
Così il tempo si scompone e cessa di essere necessario perché non è più a sé stante. Non è a-priori.
Stare al mondo è stare al tempo come battendo il piede la notte del concerto le mani strette insieme i respiri allacciati.
Al concerto il tempo dilaga in quegli oceani di simultaneità emozionate. Sciolto nell’etere di un benessere non più anestetico.
Il tempo in grani è una delle tante cose in relazione. Non è più misurato da orologi atomici. Torna tra le dita che sviluppano i rosari.
Entra in gioco. E scompaiono le figure. Mi inginocchio ai tuoi piedi e imploro che tu immagini il movimento tra le cose.
Non è né fede né ragione. Sono le dita dei nostri antenati che ci accarezzano i capelli per toglierci la paura del mondo nuovo.
Categoria: Resistenza