concerto

8 Dicembre 2018 Lascia il tuo commento

La natura granulare della realtà fisica implica relazioni inesorabilmente variabili che noi descriviamo incessantemente. 

Così il tempo si scompone e cessa di essere necessario perché non è più a sé stante. Non è a-priori.

Stare al mondo è stare al tempo come battendo il piede la notte del concerto le mani strette insieme i respiri allacciati.

Al concerto il tempo dilaga in quegli oceani di simultaneità emozionate. Sciolto nell’etere di un benessere non più anestetico. 

Il tempo in grani è una delle tante cose in relazione. Non è più misurato da orologi atomici. Torna tra le dita che sviluppano i rosari.

Entra in gioco. E scompaiono le figure. Mi inginocchio ai tuoi piedi e imploro che tu immagini il movimento tra le cose.

Non è né fede né ragione. Sono le dita dei nostri antenati che ci accarezzano i capelli per toglierci la paura del mondo nuovo. 


Categoria:

non di confusione
il vortice di nostalgia e i pesciolini del mare quotidiano

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