colazioni

Uno dei baci più affascinanti della storia del cinema, uno dei baci più leggeri della storia della letteratura. Capote con questo libro raccontò una storia di disagio e soffice disaddattamento nelle sue diverse forme: quello di Holly, attrice di secondo piano eppure viva e intensa e folle come le luci della ribalta a volte non permettono di essere; e quello di uno scrittore capace di amare
Osservo la tua sfacciata radicale noncuranza di non pensare ad altro che alla fisica evidenza del tuo mondo, alla potenza immaginativa tua, che giorno dopo giorno crea il futuro di cui mi nutro anch’io, che senza te sarei muto e opaco, e con te invece zampillo nella luce e sono una fontana, e la piazza che è abbellita dalla fontana. E ricordo.
Ricordo ogni mattina, svegliandomi, il giorno che avevo preparato il vassoio della colazione per il mio estremo amore. L’estremo amore è l’orizzonte dell’amore. L’estremo amore è quando una persona è il limite concreto della vista di una cosa. Avevo preparato il vassoio per incamminarmi a mani piene al confine del mondo conosciuto. Avevo latte e dolci e marmellate, fette abbrustolite e burro. Le arance le avevo sistemate sulla parte anteriore del vassoio, così rovesciai tutto perché avevo poca forza. Capirai, a otto anni. Tu pulisti con un sorriso e preparammo di nuovo tutto, facemmo bollire di nuovo la polvere del caffè. Ancora mi cadde tutto a terra, e tu silenziosamente, sorridendo senza traccia di disappunto, mi mandasti a organizzare una colazione ancora migliore, dicesti incoraggiante, mentre pulivi in ginocchio nel corridoio, togliendo cocci di porcellana e vetro, schizzi di latte, pozze brune di gelatine. Io feci tutto da capo, preparai per bene il vassoio e bilanciai in altro modo, mettendo i pesi maggiori al centro. E come un principe andai finalmente verso il sole che svegliandosi sferragliava come un grande treno azzurro e l’avvolsi di abbracci, e di fumo profumato di forno e caffè.
Avevo in mente un pensiero solo, un pensiero che era il mio centro di espansione ma anche il mio obiettivo, il punto dove ‘dovevo‘ arrivare, era un pensiero con cui mi ero svegliato e riguardava la parola ” buongiorno ” che avevo imparato a pronunciare e volevo riferirgliela pieno di orgoglio, insieme alla colazione: caffè, latte, pane, dolci, marmellate e quella parola: tutto senza alcuna imperfezione.
Ogni giorno ricordo quel giorno svegliandomi. Mi fa stare bene e specialmente adesso che stare bene è indispensabile, adesso che capisco di essere diventato l’orizzonte estremo, l’estremo amore per altri. Il bersaglio del loro buongiorno.