amori e alveari
L’amore alveare tiene mucchi di miele. Ha sporgenze entusiastiche in lamelle delicate. Suona finissimi fili d’aria a ogni niente di vento che corre.
Quel bel cervello a cellule esagonali a suo modo pensa come si resiste al tempo e al lavoro. Si piena di echi vibranti. Anche se le ali tacciono là non tace il calore.
È una fabbrica operosa di lamine di cera che si alternano a disegnare le mancanze. Siamo, infatti, sempre via noi due: e il tempo passato insieme organizza come riusciamo a pensare la distanza che ci unisce.
Il bello di un alveare (e di un amore) è che la costruzione può accrescersi all’infinito purchè si abbia il disegno dei componenti da rispettare con competente appassionata fedeltà.
Dipende dalla tua e mia voce la temperatura che consente la tenuta del progetto. Quando ridi della mia svagata fiducia le linee di forza dei muri di cera si addensano in disegni d’acciaio.
Non uno scricchiolio: la natura della forza si risolve nel sogno delle tue mani nelle mie. Intrecci muti. Il sonno disincarnato della regina continua sempre. Siamo anche, al cuore, pigra voracità.
2 commenti
Questa mattina e’ ..Grazie, per disegnare ogni volta, in disegni mai uguali, il nostro rapporto
davvero non ho interesse ad essere pubblicata nei commenti, ma questa è come una co-rispondenza, una conversazione mutuata tra autore e lettore, uno scotto che paga il genio della lampada: la rispondenza, lui compone il verbo o meglio lo articola e subito si crea l’afflato, cioè si incarna; o forse è solo il bisogno umano di “cose, parole, o, almeno, gusci” dalle forme intelligenti.
Dove si nasconde il pensiero del mondo? Non può essere solo respiro e cacca l’uomo. A meno che respiro e cacca non siano dono di sè a chi l’amore inventa e a chi l’amore muore.
C’erano una volta alcune impronte che silenziose stavano, finite, ai piedi di alberi dorati di verde che schiariva ad ogni passo avvicinato, tanto che non potevano notarsi. La mia domanda mentre altrettanto silenziosa dormo suona al pari di percosse sugli inermi attoniti: perchè allora circondati da tanto oro, anche se mascherato di verde, ci sono solo pensieri di distruzione sadica, di morte sognata, di tralicci metallici?