a proposito della sciarpa del capitano Achab
Volevo dunque inconsciamente ridurre Melville tramite l’ossessione di Achab ad un tratto frivolo d’eleganza?
Quell’abbigliamento di fuochista nero di fuliggine nobilitato da una grande sciarpa morbida era, inconsciamente, un affronto?
Volevo dire che in fine la ricerca, anche la più seria, porta ad un dato frivolo o peggio insignificante?
Che la conclusione esula dalla trattazione e nelle frange estreme del suo tessuto, la ribalta?
Dopo aver seguito Achab su tutti gli oceani di certo inabissandosi non ci ha offerto niente oltre mare.
La caccia si è chiusa in una schiuma di risposte agognate nuovamente mancanti.
È questo la sciarpa di alpaca che si muove sbocciando dalla bella giacca scura per agitarsi al vento?
Oggi leggo:
“Sono dunque dell’avviso di aver definitivamente risolto nell’essenziale i problemi. E, se qui non erro, il valore di questo lavoro consiste allora, in secondo luogo, nel mostrare quanto poco si sia ottenuto risolvendoli.” (L.Wittgenstein, “Trattato logico-filosofico”, Prologo.)